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Gestione dei conflitti sociali su contratti e condizioni di lavoro: lectio magistralis a Pechino del direttore dell'Istituto Dirpolis

Data pubblicazione: 30.06.2016
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Mercoledì 13 luglio 2016 il prof. Andrea de Guttry docente di Diritto internazionale alla Scuola Superiore Sant’Anna e direttore dell'Istituto Dirpolis, terrà a Pechino una lectio magistralis su invito presso l’ufficio del Difensore Civico della Municipalità di Pechino. La lectio magistralis verterà sul modello italiano di gestione dei conflitti sociali relativi ai contratti e alle condizioni di lavoro. SI tratta di un tema di grande attualità tanto in Italia e in Europa quanto in Cina, dove i conflitti sociali derivanti dalle condizioni di lavoro sono aumentati in questi ultimi anni in maniera vertiginosa.

Questo evento rappresenta una delle iniziative svolte nell’ambio dell’accordo di collaborazione , rinnovato nel 2015, tra la Scuola Superiore Sant’Anna e l’ufficio dl Difensore civico della Municipalità di Pechino: in questo contesto quest’anno si era già svolta una ulteriore iniziativa proprio a Pisa, presso la Scuola Sant’Anna dove, nel maggio di quest’anno, è stato organizzato un incontro tra diverse università europee e orientali, insieme all’ufficio del Difensore civico di Pechino, per esaminare trend e modalità di gestione dei conflitti sociali.

Il prof. Andrea de GUTTRY ha sottolineato che “da parte cinese vi è una crescente curiosità e un sincero interesse per capire meglio come in Italia e in Europa vengono gestititi i conflitti sociali per cercare di individuare nuove tecniche che siano utilizzabili anche nel continente cinese”. I conflitti sociali collegati al mondo del lavoro stanno assumendo caratteristiche nuove, anche per le nuove per le profonde modifiche normative che hanno interessato questo settore, tanto in Europa quanto in Cina: secondo de Guttry, “uno scambio di esperienze e di informazioni sui nuovi strumenti e le nuove tecniche che si stanno utilizzando per prevenire e gestire simili conflitti, è estremamente utile sia per gli europei che per i cinesi, pur essendo consapevoli delle oggettive differenze tra le due realtà economiche e sociali”.